LooneyTube – “Robin Hood Daffy”
L’8 marzo 1958 debutta nelle sale americane “Robin Hood Daffy“, il celebre corto di Chuck Jones con protagonista Daffy Duck nel ruolo dell’uomo in calzamaglia. Il cartone è una sequela di gag reminescente delle classiche comiche americane: Daffy deve dimostrare di essere il “vero Robin Hood” allo scettico Fra Tuck, interpretato da Porky Pig, rubando il malloppo a un ricco malcapitato. I rocamboleschi tentativi, tuttavia, portano sempre ad esiti tragicomici per il protagonista, fino al colpo di scena finale.
Da segnalare un ulteriore aggiornamento nel design di Porky, che mostra qui ormai definiti caratteri aggraziati e femminei, quasi in contrapposizione alle sue origini, ma in perfetta armonia con lo stile moderno dell’animazione anni ’60 di Jones.
“Robin Hood Daffy” si inserisce nella lunga e rodata tradizione di canovacci Jonesiani: l’eroe comico vuole qualcosa di inafferrabile, lo insegue fino alla fine, fino alla fine fallisce. Dai tentativi di Inki di catturare il Minah Bird alle più celebri disavventure di Wile E. Coyote alla caccia di Road Runner, la formula è tanto elementare quanto vincente.
La forza del corto risiede probabilmente proprio nella semplicità della sua trama, abbinata alle caratteristiche della coppia protagonista: da un lato il solito Daffy, mosso dall’insaziabile smania di primeggiare, dall’altra un anomalo Porky Pig che, lungi dall’assecondarlo, assiste alla disfatta del papero con scherno e disapprovazione.
Non si tratta della prima parodia che Chuck Jones propone del ladro inglese: sono precedenti i corti “Robin Hood Makes Good” (1939) e “Rabbit Hood” (1949), sostanzialmente uno per decennio. Si tratta, invece, della più fortunata, tanto da essere riproposta e rimaneggiata in ben quattro altre occasioni.
La prima arriva con “Mucho Locos“, corto diretto da Robert McKimson nel 1966 per lo studio di Freleng e DePatie, che deteneva i diritti sui Looney dalla chiusura del dipartimento di animazione Warner Bros. La trama vede protagonisti un topino che, in compagnia di Speedy Gonzales, assiste alla visione di storie immaginarie attraverso un televisore rotto. È ovviamente un’occasione per riciclare vecchie gag tratte dai cartoni Warner, ma McKimson non si limita a saccheggiare, con logiche intenzioni di risparmio, le scenette prese in considerazione per il montaggio; decide invece di rianimarle ex-novo! Tra i corti selezionati c’è qualche secondo tratto da “Robin Hood Daffy“, ma i colori sono alterati e i fondali estremamente semplificati. Anche la colonna sonora è nuova, così come i dialoghi registrati da Mel Blanc.
La scena tratta da “Robin Hood Daffy” prima e dopo essere ridisegnata per “Mucho Locos”
“Mucho Locos” non ha particolari pregi, se non quello di ricordarci quanto fossero divertenti i corti Warner prima dell’era Freleng-DePatie.
Daffy e Speedy, accoppiata non certo tra le più memorabili, sembrano delle pallide imitazioni di se stessi e in generale la qualità delle animazioni e delle sceneggiature dei corti risalenti a questo periodo è paragonabile a quella di tanti altri prodotti televisivi minori: sono lontani i fasti cinematografici della Golden Age!
Nel 1962 Jones aveva adottato, con esiti assai più efficaci, una formula simile per lo speciale televisivo “Adventures of the Road Runner“: in quella circostanza, incollati allo schermo televisivo, Ralph ed un suo amico assistevano alle disgrazie di Wile E. Coyote.
Fatto sta che guardare alla televisione le papere del papero in calzamaglia è un vero spasso per Speedy e i suoi compari: deve aver condiviso la passione anche Willard Huyck, quando ha deciso di omaggiare “Robin Hood Daffy” inserendone alcuni stralci proprio in uno dei televisori accesi dietro la vetrina di un negozio in “Howard e il destino del mondo”.
Ebbene sì! È questa la fine che fanno i paperi che si credono eroi!
Nel 1977 Freleng, DePatie e Detiege dirigono “Bugs Bunny’s Easter Special“, uno dei tanti speciali televisivi che fanno largo uso del montaggio di clip provenienti dai corti classici. Tra questi ritroviamo “Robin Hood Daffy”, seppur in versione estremamente ridotta e lo stesso avverrà nel successivo “Daffy Duck’s Thanks-for-Giving Special“, del 1980, diretto dallo stesso Jones.
Anche in “The Bugs Bunny / Road Runner Movie” (1979) ritroviamo il corto in una versione parzialmente accorciata per ragioni di metraggio, ma stavolta la cornice è quella giusta, con l’introduzione di rito di Bugs Bunny, che funge da vero e proprio alter-ego del regista.
Onorare “Robin Hood Daffy” di una presenza in questo film significa soprattutto riconoscergli un valore artistico che va ben oltre quello del semplice prodotto d’intrattenimento.
E il perché s’intuisce sin dai titoli di testa, passando per l’elegante colonna sonora di Milt Franklyn (con i suoi omaggi al cinema d’epoca e al folklore inglese), sino all’astrazione dei fondali di Maurice Noble e Philip DeGuard, anticipatori di un gusto inedito nell’animazione, che in qualche modo prelude alla straordinaria rappresentazione silvana a cui darà vita un anno dopo Eyvind Earle per “La bella addormentata nel bosco“.
Eyvind Earle. E che gli vuoi dire?
Era inevitabile che un cortometraggio tanto replicato e tanto rimontato vivesse in Italia ancor più rimaneggiamenti, se non altro per quanto concerne il doppiaggio.
Il primo approdo sul nostro grande schermo risale all’Inverno del 1960, incluso nell’antologia “Silvestro, gatto maldestro“, rigorosamente in lingua originale sottotitolata. Dobbiamo aspettare il 1973 per vederlo anche in italiano, quando la compilation viene proiettata per la prima volta con il doppiaggio ad opera presumibilmente della SINC Cinematografica. La voce di Daffy è quella di Nino Scardina, in futuro abbinato sovente a Bugs Bunny, mentre Porky è Roberto Del Giudice. Il titolo scelto e udibile durante i titoli di testa è “Le sventure di Robin Hood“.
Non si hanno notizie di ulteriori edizioni italiane del corto prima di quella ad opera di Franco Latini (direttore del doppiaggio e voce di Daffy, affiancato dal Porky Pig di Claudio Trionfi) per la Effe Elle Due, risalente alla prima metà degli anni ’80; sebbene improbabile, sarebbe scorretto escludere che possano esistere edizioni intermedie destinate alle trasmissioni televisive di fine anni ’70, in merito alle quali le fonti sono confuse ed esigue.
Ad oggi l’ultimo doppiaggio italiano di “Robin Hood Daffy” in ordine temporale è quello realizzato alla fine degli anni ’90 dalla Time Out Cin.Ca, con protagonisti Marco Mete (Daffy Duck) e Massimiliano Alto (Porky Pig): si tratta dell’edizione più curata sia nei dialoghi, sia nella scelta delle voci e presenta le canzoni dei protagonisti brillantemente adattate nella nostra lingua. Inoltre, è l’unica edizione che mantenga invariato il simpatico gioco di parole finale tra “Frate Tuck” e “Frate Duck“. Il titolo italiano scelto stavolta è il più banale “Le avventure di Robin Hood“.
L’indimenticabile “Mucho Locos”
“Mucho Locos“, invece, debutta nelle nostre sale nel 1967, ad un solo anno di distanza dalla distribuzione americana, come parte della compilation “Silvestro e Gonzales in orbita!“, il cui doppiaggio italiano fu curato, con buone probabilità, dalla SAS. La voce di Daffy è per la prima volta (a quanto ne sappiamo) quella di Franco Latini…almeno per quanto riguarda le antologie Warner! A onor del vero qualche mese prima aveva debuttato in sala “Per qualche topolino in più” (ma questa è un’altra storia). Al suo fianco troviamo Flora Carosello nel ruolo di Speedy Gonzales. Per la distribuzione in Super 8 il corto prende il titolo di “Tutti impazziti“.
Anche in questo caso il cartone viene ridoppiato a metà anni ’80 dalla Effe Elle Due, garantendo a Latini il ritorno su entrambi i protagonisti, Speedy e Daffy.
Infine è il turno della Time Out Cin.Ca, nel 1999 ca., con la consueta accoppiata Marco Mete (Daffy Duck) e Fabrizio Vidale (Speedy Gonzales) e il bislacco titolo “Una TV troppo privata“.
Dei due speciali contenenti stralci tratti da “Robin Hood Daffy“, l’unico di cui al momento sopravviva un’edizione italiana è il primo, distribuito nel 1980 con il titolo “Cercasi coniglio pasquale”, curato dalla Mops Film. I ruoli di Daffy e Porky sono sostanzialmente invertiti rispetto al doppiaggio Effe Elle Due: Trionfi è Daffy e Latini è Porky!
Trattasi in generale di un’edizione alquanto raffazzonata (forse una delle prime ad opera della Mops), che non tiene granché conto delle caratteristiche vocali dei protagonisti, né pare avere dimestichezza alcuna con i loro nomi.
Lo speciale risulta aver goduto di un ridoppiaggio made in Time Out alla fine degli anni ’90, mai distribuito in home video e forse neppure mai trasmesso in TV, dunque ad oggi irreperibile.
Oltre a Silvestro e Gonzales, anche Bugs Bunny è destinato a un viaggio nello spazio, almeno stando al ridicolo titolo italiano d’epoca di “The Bugs Bunny / Road Runner Movie“, “Super Bunny in orbita!“. Le voci sono ancora una volta quelle delle SINC Cinematografica, ma Nino Scardina, in questo caso, veste i panni del coniglio, mentre su Daffy e Porky ritornano Franco Latini e Roberto Del Giudice.
Il film verrà ridoppiato nel 1999 ca. dal solito eccellente cast Time Out, con le canzoncine adattate in italiano (seppur con testi diversi da quelli presentati nel corto singolo) e le voci di Marco Mete e Massimiliano Alto. Anche in questo caso la punch line di Frate Duck è rispettosa dell’originale.
È fuor di dubbio che, prima del sopraggiungere di Marco Mete, l’unico attore italiano a intercettare lo spirito e i colori di Daffy Duck sia stato Franco Latini: seppur con tutte le libertà prese nei copioni, il tentativo della Effe Elle Due (società di Latini stesso) di replicare quanto già avvenuto in America con Mel Blanc (una sola voce per quasi tutti i personaggi) conserva ancora oggi un fascino peculiare, che difficilmente sarà replicabile. Le lavorazioni di Latini alternano colpi di genio a soluzioni caserecce, momenti di pura improvvisazione a ricerca di trovate comiche inedite nell’adattamento.
Ma in questa breve panoramica abbiamo avuto modo di ricordare altri nomi importanti che hanno contribuito al tentativo di rendere accessibili i Looney Tunes al pubblico nostrano: Nino Scardina, Roberto Del Giudice, Claudio Trionfi e Flora Carosello, tutti nomi di attori e caratteristi eccellenti, esponenti di un contesto artistico e culturale che oggi non trova corrispettivi.
Grazie all’opera della Royfilm e della Time Out negli anni ’90 abbiamo potuto godere di un’edizione italiana completa e aderente alle intenzioni dell’originale, ma si tratta solo dell’ultima tappa in un lungo percorso, in cui la storia dell’animazione si intreccia a quella del cinema, dello spettacolo e della televisione.
Avremo modo di parlarne presto.
Andrew Marini
Nato a Brescia nel 1991, sono amministratore della community de "Il mondo dei doppiatori". Dalla mia passione per cinema, doppiaggio e animazione nel 2015 ha preso vita "Looneyverse - Guida italiana ai Looney Tunes".
Con l'associazione "Gli Artigiani delle Nuvole" propongo laboratori di educazione al cinema e al fumetto destinati a bambini e adolescenti.
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